Arezzo |
Pieve di S. Maria e Logge del Vasari Dalla Pieve,
attraversando una stradina dal nome particolare, via di Seteria, probabilmente
in riferimento alle piccole botteghe di un tempo nelle quale si vendevano
preziose sete, giungo in Piazza Grande
o, come scopro da un epigrafe, Piazza Vasari,
il salotto dell’ arte. |
Fiera Antiquaria Un signore mi racconta che questa piazza si anima ogni
prima domenica del mese ed il sabato precedente
in ogni prima domenica del mese in occasione della Fiera
Antiquaria (a questo proposito mi suggerisce di visitare Casa
Bruschi, la casa museo del fondatore della Fiera) diventa teatro di
un teatro di un torneo medievale la “Giostra
del Saracino”. Già penso di ritornare per una di queste
occasioni. |
La penombra
della chiesa gotica contrasta con la luce e i colori delle vetrate
del Marcillat, le figure dipinte sui vetri
sembrano staccarsi dal fondo e venire incontro per guidarmi, il candore del
marmo bianco dell’ altare maggiore, |
Chiesa di S. Domenico e Anfiteatro romano La mattina seguente riprendo la visita della chiesa
di S. Domenico nella, sin dalla fine del 1200, i frati domenicani custodiscono
gelosamente la splendida Croce dipinta da
Cimabue, la sua prima grande opera, espressione
d’arte e di fede. Uscendo dalla chiesa le indicazioni mi portano verso
la casa di Giorgo Vasari, artista eclettico
e scrittore nato ad Arezzo nel 1511, il Museo d’
Arte Medievale e Moderna che raccoglie un’ antologia di pittori
dal XIII al XIX secolo oltre ad una ricca collezione di maioliche, la manieristica
chiesa di S. Maria in Gradi, la chiesa
della S. Annunziata, rinascimentale e la badia
Ss. Flora e Lucilla con all’interno la finta cupola dipinta nel
‘700 da Padre Andrea Pozzo. E’
quasi sera, la stanchezza comincia a prendere il sopravvento ma non posso
considerare completa la mia visita alla città senza aver visto gli
altri luoghi che testimoniano la millenaria storia di Arezzo: Museo
Anfiteatro romano. |
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Pieve di S. Paolo a San Polo, Pieve di S. Eugenia a Bagnoro Oreficerie, ceramiche come il cratere Euphronios del VI secolo a.C. e la “terra sigillata”, produzione locale di ceramica del colore rosso corallo, sono alcune testimonianze che hanno reso celebre Arezzo nell’ antichità. Uscendo proseguo la mia passeggiata nella storia all’ interno dell’ Anfiteatro romano e mi chiedo se anche i piccoli borghi che contornano la città conservino ancora così tante testimonianze che hanno reso celebre Arezzo nell’ antichità. La mia sete di curiosità viene appagata quando inizio il mio cammino verso la campagna e dovunque si percepisce l’ arte, dalla chiesa di S. Maria delle Grazie, capolavoro del rinascimento con lo splendido portico di Benedetto da Maiano alle pievi romaniche di S. Eugenia a Bagnoro, di San Paolo a San Polo, di S. Maria alla Chiassa o la pieve di S. Maria Maddalena a Sietina. E’ proprio da qui che ha inizio la mia tappa di viaggio verso nord in Casentino. |
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