Camaldoli |
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E’ stata una giornata ricca di emozioni. Il mio girovagare questa sera termina in questo paesino immerso nel verde. La mattina dopo proseguo per Camaldoli e dopo aver attraversato le località di Avena e Moggiona arrivo al monastero dei Camaldolesi. Inizio la visita degli antichi chiostri, la pietra possente che ha dato forma a colonne pilastri e capitelli e immagino qualche scena di vita medievale con monaci intenti a pregare e a meditare. Il silenzio avvolge tutto, non mi accorgo se vivo o se sogno. Dai chiostri proseguo la chiesa, elegante esempio di barocco toscano. Qui Giorgio Vasari ha voluto, a suo modo,omaggiare il luogo dipingendo una delle più belle tavole (La Deposizione, La Natività, La Madonna e Santi). Prima di lasciare il monastero non posso non recarmi all’ antica Farmacia, fondata nel XV secolo. Ancora oggi negli armadi sono esposti oggetti e vasellame che riportano lontano nel tempo. Decido di raggiungere l’ Eremo a piedi, ricalcando il vecchio sentiero che i monaci per secoli hanno percorso. Nella foresta immensa e maestosa mi sento tanto piccolo.Camaldoli:
mille anni di storia, spiritualità e monachesimo
in Casentino. |
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Camaldoli è un noto luogo di fede non solo per il Casentino e la Toscana, ma sicuramente per tutta l’Italia, si svolgono periodicamente incontri, convegni, momenti ricreativi per il rafforzamento dell’interiorità umana. L’Eremo ed
il Monastero si trovano nel cuore del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. I primi insediamenti eremitici sono avvenuti nei secoli XI e XII sulle montagne dell'Appennino (Toscana, Marche, Umbria) A questa fase di radicamento e diffusione segue un periodo di stasi (secolo XIV), incalzato da una seconda fase espansiva, anche nelle aree urbane, nei secoli XV e XVI, quando la presenza camaldolese in Italia si diffonde da nord a sud, raggiungendo circa 100 sedi fra eremi e monasteri: Veneto e Piemonte, Lazio, Sardegna. Nel secolo XVII avviene una fase espansiva delle comunità camaldolesi che seguono la Regola della Congregazione di Monte Corona, caratterizzata da una accentuata centralità del profilo eremitico di vita monastica. Nel secolo XIX, con gli eventi connessi alla soppressione degli ordini religiosi e dell'incameramento dei loro patrimoni fondiari, monumentali, artistici, librari e archivistici da parte dello Stato, la comunità camaldolese si disperde per riaggregarsi a fine Ottocento riprendendo possesso del monastero di Fontebuona e dell'eremo di Camaldoli. Alle comunità eremitiche maschili si affianca verso la fine del secolo XI la prima comunità camaldolese femminile di S. Pietro di Luco in Mugello (Toscana) per iniziativa di Rodolfo, IV priore generale del'Eremo di Camaldoli. Le comunità femminili sono assai meno studiate di quelle maschili: in Italia la più antica e attiva ai giorni nostri è quella del Monastero di S. Giovanni Evangelista in Pratovecchio (Arezzo) la cui fondazione risale al secolo XII, con dotazioni patrimoniali donate dalla famiglia dei conti Guidi. La presenza camaldolese in Europa è rilevabile, oltre che in Italia, nelle seguenti aree: Francia, Polonia, Ungheria, Austria. Ai giorni nostri le comunità camaldolesi extraeuropee sono situate nei seguenti Paesi: Stati Uniti, India, Tanzania e Brasile |
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